Si dice di solito ” chiudi quella porta, o quella finestra, che entrano le mosche o le zanzare o i ragni, o che ne so, qualche insetto che infastidisce alla fine entra sempre in casa.
Noi abbiamo una casa , una seconda casa per la precisione, dove le finestre e le porte vengono aperte saltuariamente. Ovviamente le apriamo quando siamo presenti, una tantum durante il mese appena trascorso ma, ragni, mosche formiche e non son solo , no zanzare no chè siamo sull’Appennino a 700 metri circa e qui non sono ancora arrivate, tutto questo circo di insetti comunque entra sempre anche con a casa chiusa, eh! siamo in campagna del resto.
Ma c’è una finestra che non apriamo (quasi) mai anche quando siamo presenti perché la camera in cui è situata non viene usata: è la camera destinata un tempo di tanto tempo fa a Jacopo ma, si sa, non sempre si indovinano le destinazioni.
Continuando a tenerla chiusa, la finestra, comunque c’è chi è entrato comodo e ci staziona da tempo con il nostro benestare.
Vi racconto:
Un anno fa ci accorgemmo che, tra lo scuro e la finestra, uno sciame d’api aveva trovato modo di sistemarsi.
“Che bello”, abbiamo pensato ” sapevano che qui c’è un apicoltore!”
Allora si era pensato di recuperare lo sciame, trasferire i grandi favi già costruiti in un’arnia e mettere la nuova famiglia nel nostro apiario.
L’operazione si dimostrò difficile e distruttiva. I grandi favi cedevano collassando per il peso di miele e covata contenuta. Sandro mi convinse che lo avremmo lasciato sul posto e ci avremmo pensato nell’autunno, quando le famiglie di api fisiologicamente si riducono per la stagione brutta.
Arrivato il tardo autunno scorso ancora mi sono fatta convincere da Sandro di lasciare tutto com’era in quel momento e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.
A dire il vero ero un po’ contrariata: vedere la stanza chiusa e la finestra inutilizzabile, visto che almeno 3-4 volte l’anno aprivo tutto per fare pulizia e ricambiare l’aria, rendendomi conto che non potevo farlo già dalla primavera passata mi sembrava un po’ troppo, ma ho deciso di condividere il suo desiderio di ” vedremo come va“.
Nella stagione invernale ci accorgemmo che le api stavano diventando sempre meno, che lo sciame si faceva sempre piu esiguo e che sembravano destinate alla scomparsa totale.
Così è stato, purtroppo.
Infatti nei primi mesi di quest’anno abbiamo definitivamente constatato che nessuna ape era sopravvissuta. Restavano lì appesi i grandi favi vuoti di vita e contenenti la parte di miele opercolato che le api avevano stivato per l’inverno senza poterne usufruire ed ecco che…ci penseremo con la bella stagione a fare pulizia del tutto.
Se non che un bel giorno, appena arrivati dai nostri andirivieni tra questa casa e l’altra, controllando i favi vediamo uno strano minimo movimento di api. Qualche ape che, sentendo il miele, stava saccheggiando le scorte rimaste? (pratica che succede).
Aspettiamo ancora e Sandro mi dice che questa, vista la nuova stagione “è una occasione per vedere se qualche altro sciame trova il posto e si insedia“. Con queste parole mi sono definitivamente convinta e, visto che di volta in volta abbiamo rimandato, non mi è più pesata la situazione ‘finestra chiusa’ intrigandomi invece l’idea di vedere se si poteva avverare quel che Sandro mi aveva detto.
In primavera inoltrata è successo: uno sciame ha preso possesso della casa abbandonata dal precedente e ha cominciato a lavorare alacremente ingrandendo ancor più i favi e importando miele mentre la regina cominciava a deporre una discreta covata ampliando il numero delle api dello sciame.
In tutto il periodo di luglio in cui sono stata nella casa, ogni giorno andavo a vedere, attraverso il vetro della finestra, il lavorio intenso che stava avvenendo nello sciame. Praticamente avere uno sciame dietro una finestra a vetro trasparente vuol dire avere a disposizione un’arnia naturale con parete di vetro dove guardare la costruzione dei favi (si vede chiaramente la catena cericola che le api fanno quando costruiscono la cera), dove vedere le api che danzano per segnalare alle altre la posizione per la raccolta del nettare o polline, ammirare la covata nelle cellette dei favi che man mano vengono riempite e poi chiuse in attesa della nascita delle nuove api. Un mondo fantastico ed un privilegio unico poterle vedere senza disturbare l’alveare.
Qualcuno mi ha chiesto se non ho paura ad avere uno sciame dietro una finestra. Assolutamente no! Le api non possono entrare in camera a meno che io apra la finestra distruggendo i favi, cosa che ormai sono convinta di non fare, finchè sarà possibile.
È una storia meravigliosa, sia questa che ci è capitata che il ciclo stesso della vita di un alveare, che ben conosco in teoria e in pratica, mai così da vicino ed in maniera totalmente protetta .
Se volete essere ospitati da noi potrete quindi dormire nella “Camera delle Api”, vorrà dire che anziché aprire la finestra terrete aperta la porta!
Adesso lo sapete.
Vilma (sempre io, nonostante tutto)
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E’ un vero peccato non poter pubblicare le foto. il sito non me lo permette.
Dopo tanto tempo che non entro qui, probabilmente, molte impostazioni sono cambiate ed io non ho molta voglia di capire perchè prima lo potevo fare ed ora non più. Forse le leggi del mercato di internet sono diventate quelle di tutti…o paghi o non fai più niente facilmente.
Quindi, se volete vedere le foto a breve le pubblicherò sul mio Istagram : Mi trovate sotto il nome “vilmavla ” e la foto di profilo è il piedino di un bambino.